Una tantum: pasticcio NOIPA/MEF indennità in pagamento, ma non per tutti.

19-10-2022

Lo Stato Maggiore Difesa ha finalmente fatto chiarezza sul motivo dei ritardi nel  pagamento dell’Indennità una Tantum di 350 euro lorde pro capite, prevista dall’ art.6 DPR 20 aprile 2022, n.56 "Recepimento del provvedimento di concertazione per il personale non dirigente delle Forze armate triennio2019-2021".
Quello che emerso è che la copertura economica per pagare l’emolumento non è sufficiente. Infatti mancano all’appello 740.000 euro rispetto a quanto finanziato dal Ministero dell’Economia.
A quanto pare il MEF ha elaborato la Relazione Tecnica prendendo in considerazione i potenziali beneficiari sulla base delle consistenze effettive al 31/12/2018, non tenendo conto del personale VFP4 transitato in servizio permanente, del personale transitato nei ruoli civili e dei congedati nel triennio di riferimento del contratto.
La conseguenza è che mentre tutti gli altri, seppur con grave ritardo, stanno finalmente percependo l’indennità questo mese con un cedolino straordinario, il personale non conteggiato potrebbe dover attendere ancora che vengano identificate le opportune coperture economiche.
Le ipotesi sul tavolo parlano di recuperare le risorse tra quelle previste nell’ambito dello stesso contratto, ma le tempistiche di approvazione del relativo Decreto Interministeriale risulterebbero lunghissime. Addirittura maggio o giugno dell’anno prossimo. In alternativa si pensa di attingere ai fondi FESI già disponibili e quindi consentire il pagamento entro la fine di questo anno.
Il SIAM ritiene che l’ipotesi di rinviare il pagamento al 2023, alla luce di questo grave momento di congiuntura, risulta inaccettabile. L’inverno è alle porte e per il personale questa una tantum è indubbiamente preziosa per tamponare i prevedibili costi connessi con l’aumento della spesa energetica delle famiglie.
Certamente attingere alle risorse del FESI sarebbe una opzione più accettabile, ma a patto che quanto sottratto per far fronte all'attuale situazione emergenziale venga ripianato quanto prima per non penalizzare tutto il personale che l’anno prossimo, diversamente vedrebbe il proprio assegno decurtato in quota parte.
Non sarebbe infatti accettabile che un’inefficienza del sistema venga pagata dal personale che di fatto è come se venisse costretto a fare una colletta per pagare una misura economica invece prevista dal contratto.

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