Riproposta la norma di perequazione previdenziale per il Comparto: una soluzione a metà.

14-11-2022

Lo scorso 13 ottobre il Senatore Gasparri ha presentato il Disegno di Legge n° 161 (Link) in materia di “Norme di perequazione previdenziale per il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico”. In pratica è la riproposizione di un analogo progetto presentato dalla Senatrice Pinotti nella scorsa legislatura e sottoscritto da esponenti di tutto l’arco parlamentare.

L’iniziativa si propone di introdurre una specifica modalità di calcolo delle pensioni del personale del Comparto Difesa e Sicurezza. Nello specifico, se approvata dal Parlamento, consentirebbe a quanti andranno in pensione per limiti di età (tra i 60 e i 65 a seconda del grado e della categoria), di beneficiare di un coefficiente di calcolo della quota contributiva maggiorato, pari a quello previsto per il resto del pubblico impiego che va in pensione di vecchiaia a 67 anni.

Sebbene su questo aspetto il disegno di legge incontri il nostro favore, temiamo che sia di fatto una sorta di "sanatoria" per quel mancato avvio della Previdenza Complementare, che il comparto, ricordiamo, attende da 27 anni. Non a caso la stessa Amministrazione Difesa, ha fortemente sponsorizzato l’analogo DDL presentato dalla Pinotti nel 2021, addirittura divulgandolo, in maniera del tutto irrituale, per mezzo di una circolare, a tutto il personale, anche allo scopo di scoraggiare e disinnescare il contenzioso che aveva assunto straordinarie vette di partecipazione proprio sul tema della previdenza complementare. Operazione evidentemente strumentale dato che, di contro non era stata adottata alcuna iniziativa dai vertici militari di inserire un tale provvedimento nell’ambito dell’ultima concertazione per il contratto 2019 - 2021.

Il SIAM ritiene che tale misura, seppur inequivocabilmente favorevole al personale interessato, non possa in alcun modo essere intesa come una sorta di sanatoria del mancato avvio della Previdenza Complementare. Infatti la maggiorazione dei coefficienti prevista da questo DDL, escluderebbe tutto il resto del personale che non intende attendere i 60 anni per andare in pensione e che comunque hanno subìto delle enormi penalizzazioni per il mancato avvio dei fondi pensione.

In conclusione, la speranza è che la norma vada comunque avanti nel suo percorso, ma chiediamo che vengano apportate sostanziali modifiche, che permettano di identificare utili meccanismi di compensazione per tutto il personale e non solo per alcuni.

Sul tema il SIAM ritiene che un confronto serio con le sigle sindacali porterebbe di certo ad un contributo di idee e soluzioni che renderebbe la norma, attualmente embrionale, aderente alle necessità dei militari che cessano dal servizio e rispettosa dei loro diritti.

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