Operazione strade sicure: il SIAM chiede regole chiare e rispetto dei lavoratori militari.
La gestione dell'OPERAZIONE STRADE SICURE in Aeronautica è diventata insostenibile per il personale.
Sono anni che la nostra Forza Armata contribuisce nel supporto logistico e operativo all'Esercito nell'ambito dell' "OSS" e da diversi mesi concorre a tempo pieno nell'espletamento del servizio "Aeroporti Sicuri", oltre che ai maggiori compiti assegnati al personale militare nel fronteggiare la diffusione del virus Covid 19.
Fin qui tutto bene. Tuttavia, le risorse umane dell'AM destinate all' "Operazione" in questione sono interamente alimentate dalla categoria OFPS. Uno dei problemi principali di questa categoria è lo scarso ricambio generazionale necessario per abbassare sensibilmente l'età media del personale ivi impiegato, oggi troppo alta, considerata la tipologia di impiego.
Ben diversa appare, invece, la situazione del medesimo personale dell'Esercito, che gode di un più dinamico turn over e quindi può svolgere in maniera più adeguata le missioni nazionali assegnate con militari con età media nettamente inferiore a quella dell'Aeronautica Militare. L'età avanzata in tale categoria incide in maniera negativa sullo stato psico fisico e sul piano degli impegni familiari poiché il personale è chiamato ad operare lontano da casa per diversi mesi l'anno.
Come se non bastasse, a rendere la situazione poco gratificante anche dal punto di vista economico è il riconoscimento per metà dell'indennità omnicomprensiva che, al netto delle tasse, rende ai colleghi che svolgono le missioni nazionali nel comune sede dell'Ente di appartenenza una paga di circa 8 euro nette giornaliere.
La missione "Strade sicure/Aeroporti sicuri", così come è stata strutturata, è una missione che oggi, come lamentano diversi colleghi, si è rivelata una spina nel fianco per la componente G.P.F., che si vede privata del proprio personale per 120gg, più la licenza maturata nella medesima missione (parliamo di ulteriori due mesi circa) e i giorni di riposo.
Il quadro permanente OFPS impiegato nell'OSS, mediamente quarantenne, con prole e impiegato a diversi km di distanza dalla sede di appartenenza, si ritrova a doversi allontanare dal proprio nucleo familiare per un periodo di tempo tendenzialmente lungo, mal retribuito e durante il quale svolge servizi assai gravosi.
Se le voci che si rincorrono dovessero essere confermate, l'OSS potrebbe essere prorogata fino al 2030. Ciò vuol dire che alla soglia dei cinquant'anni arriverà con un cumulo di questo tipo di missione sproporzionato a fronte di nessun beneficio economico e previdenziale.
Inoltre, l'introduzione del Green Pass obbligatorio non ha fatto altro che peggiorare una situazione lavorativa già fortemente critica per il personale OFPS. Infatti, chi è privo della doppia dose vaccinale, non solo non può essere impiegato nell'Operazione "Strade Sicure" ma neanche in tutte le restanti esigenze della componente "Difesa" (mix, aggregazioni, supporti) assegnate in via prioritaria alla categoria in questione. Ciò significa che i carichi di lavoro per i militari idonei (al netto delle problematiche sopra evidenziate, di quelle correlate ai benefici ex legge 104/92, para 4, ESAG, ecc.), risultano particolarmente gravosi e, quindi, inaccettabili nel medio e lungo termine.
Ulteriore fattore di criticità è il ritardo con cui gli Alti Comandi comunicano i siti di impiego nonostante richiedano con congruo anticipo (circa 3 mesi prima) le aliquote di personale precettato nonché la gestione delle "riserve". Al riguardo, a nostro avviso, deve essere lasciata ad ogni ente la responsabilità sulla gestione dei titolari e delle riserve, a parità di ruolo ovviamente (attualmente la riserva è nazionale).
Il SIAM chiede a gran voce che vengano attentamente analizzate le criticità suesposte perchè si è giunti ad una situazione non più gestibile sia da parte della componente "Force Protection" di ciascun Ente coinvolto e, soprattutto, da parte dei militari impiegati sistematicamente in tali gravosi compiti.
Per quanto emerso dalle segnalazioni del personale impiegato, il SIAM ha interessato il vertice dell'Aeronautica attraverso una lettera dettagliata affinché vengano sollecitamente affrontate ed approfondite queste problematiche al fine di tutelare il benessere psicofisico del personale militare e lo svolgimento della missione in esame.