LEGGE SINDACATI MILITARI: DIRITTI NEGATI, L'EUROPA BACCHETTA L'ITALIA.
Il Comitato Europeo per i Diritti Sociali (CEDS) bacchetta il Governo italiano in materia di diritti sindacali del personale militare.
Per quanti non lo sapessero, si tratta di un ente dell’UE che tra le altre cose determina se uno Stato sia in conformità con le disposizioni contenute nella Carta sociale europea ed emette "conclusioni". In caso d'inottemperanza, a seguito della conclusione nella quale lo Stato non sia in conformità, interviene il Comitato dei Ministri il quale chiede al Paese di adottare determinate riforme per garantire conformità alla Carta.
Sollecitato sul tema dei diritti sindacali del personale militare nel 2019, il Comitato ha emesso una decisione che richiamava l’Italia ad adottare una legislazione che riconoscesse, tali diritti. La replica del nostro Governo, che ha ribadito le posizioni di chiusura fin qui sostenute, ha prodotto la fortissima presa di posizione da parte della CEDS che è stata resa nota nei giorni scorsi.
Nel dettaglio, l’Organismo europeo ha richiamato l’Italia contestandole ben tre violazioni gravi della Carta Sociale Europea.
La prima violazione, in merito all’assenso previsto da parte del Ministero per la costituzione dei Sindacati militari, dato che non vengono chiariti i criteri utilizzati per formulare il proprio parere, né vengono fornite sufficienti informazioni sui rimedi amministrativi e giurisdizionali a disposizione dei sindacati in caso di rifiuto arbitrario della registrazione, concludendo che si “ritiene inoltre che sia ancora in vigore il divieto imposto di aderire ad altre organizzazioni sindacali”.
La seconda violazione della Carta contestata verte sul fatto che le autorità continuino a comunicare esclusivamente con gli organi della Rappresentanza Militare, il che si traduce in una reale esclusione dei sindacati dalle relative consultazioni. Si obbietta, inoltre, che la presunta gradualità con cui l’Italia intenda coinvolgere in futuro i sindacati nelle procedure negoziali sembra presagire la volontà di limitare tale coinvolgimento a delle mere audizioni. Inoltre, non sono chiare le misure per coinvolgere i sindacati nei processi negoziali in attesa dell’approvazione della legge che dovrà disciplinare tali procedure. La CEDS, sul punto, sollecita infine l’Italia ad adottare misure che accrescano i poteri negoziali dei sindacati militari.
La terza violazione contestata riguarda il divieto assoluto al diritto di sciopero cui è soggetto il personale militare che, ricordiamo, per essere legittimo deve essere sostituito da adeguate misure di confronto tra le parti sociali e l’Amministrazione. Il Comitato ha chiarito che un divieto assoluto del diritto di sciopero viola la Carta in quanto sproporzionato rispetto allo scopo legittimo perseguito dal divieto.
Come si vede, tre richiami pesanti, in attesa di quelli che prevedibilmente potranno arrivare in seguito all’approvazione del disegno di legge sui sindacati militari che sembra prossimo all’approvazione.
Insomma, un testo bocciato dall’Europa ancor prima di nascere e che, se approvato, potrebbe crollare sotto i colpi delle sentenze delle Corti Europee e della Corte Costituzionale.
Il classico pasticcio a cui ci ha abituato la politica italiana, forse troppo attenta ad accontentare interessi di “bottega” più che quelli del Diritto e dell’Equità sociale.
Il SIAM ovviamente sta già lavorando per operare con qualunque legge dovesse essere approvata, nella consapevolezza e determinazione di impugnare nelle sedi opportune tutti quegli aspetti colpiti da vizi di legittimità.