Il governo toglie le restrizioni anti covid ma i Militari restano mascherati
Mentre il Governo con l’ultimo decreto dello scorso settembre abroga l’obbligo dell’uso delle mascherine praticamente in ogni luogo (tranne nelle strutture sanitarie e ospedaliere), in Aeronautica fantasiosi interpreti delle norme fanno l’esatto contrario: cerimonie di alzabandiera all’aperto con obbligo di mascherine; pranzi di corpo e cerimonie di saluti tutti senza mascherine anche nei luoghi chiusi; mascherine per fare la fila in mensa ma non indossate quando seduti ai tavoli poiché dotati di separatori in plexiglas all’avanguardia (brevettate anti-covid?); reparti totalmente liberi dall'uso delle mascherine, ma in cui è previsto l'obbligo se si viaggia sui mezzi militari; reparti ancora in “gravissima emergenza” covid dove tutti indossano mascherine, seppur i dati sulla pandemia dimostrino tutto il contrario. Addirittura il personale impiegato fuori area viene ancora tenuto in isolamento fino a dieci giorni.
Inoltre, mentre nelle scuole pubbliche sono riprese le lezioni nella piena normalità, in alcuni reparti di formazione vigono ancora regole riferite ai decreti restrittivi di marzo scorso, quando la situazione pandemica era di tutt’altra portata. Loreto, Firenze, Villafranca, Viterbo, Taranto: ogni scuola militare prevede disposizioni diverse.
Oltre a tutto ciò, ci sono pure Comandanti che, sempre "per motivi Covid-19", negano l'alloggio al personale di passaggio che ne fa richiesta o l'uso delle palestre oltre l'orario di servizio ai militari non in Feo.
Insomma, come spesso accade in questi casi, illustri interpreti delle leggi applicano regole totalmente in controtendenza e talvolta addirittura contrarie alla norma.
Rimane solo da capire se l’Aeronautica possa “legiferare” a livello di ogni singolo comando su materie dove già il Governo, il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità hanno espresso chiaramente le linee da seguire.
Sarcasmo a parte, il SIAM ha potuto riscontrare una totale disomogeneità nell’applicazione delle norme nazionali e la pressoché costante confusione che caratterizza l’Aeronautica da quando è iniziata la pandemia ad oggi.
Sarebbe auspicabile che lo Stato Maggiore della Difesa emanasse linee guida più chiare per evitare queste situazioni distoniche rispetto a quanto invece avviene al di fuori delle basi e delle caserme.
