Fine settimana che segue la malattia: non è straordinaria!
Durante la malattia il personale militare, secondo quanto previsto dalla normativa in vigore, è posto in "licenza straordinaria per gravi motivi (malattia)", fino al tetto massimo annuo di 45 giorni, superato il quale si viene collocati in aspettativa.
Nei reparti ubicati sul sedime di Pratica di Mare accade che al rientro da un periodo di malattia che ha termine il venerdì, o comunque in un giorno che precede festivi e non lavorativi, il militare viene considerato d’ufficio ancora in malattia fino alla domenica o al giorno precedente il rientro in servizio.
In sostanza viene prolungato il periodo di straordinaria oltre quanto stabilito dal medico che ha rilasciato il certificato, includendo eventuali festivi e non lavorativi.
Riteniamo che questa pratica di prolungamento della malattia d'ufficio, non sia in linea con le norme. Infatti, per quanto attiene la licenza straordinaria per malattia, è previsto che la durata della stessa debba coincidere improrogabilmente con i giorni di riposo riportati sul certificato medico.
Il danno che subisce il personale, a causa di una non corretta applicazione della norma, potrebbe non essere di poco conto. Considerando, innanzitutto, che il raggiungimento del limite di straordinaria comporta il collocamento in aspettativa (per la quale il limite massimo è due anni nel quinquennio), pochi giorni potrebbero fare la differenza tra l’avere o non avere più un posto di lavoro.
Inoltre, da un punto di vista economico, potrebbero esserci conseguenze sulla percezione del trattamento economico accessorio e del FESI. Quest'ultimo, ad esempio, non viene attribuito nei giorni di straordinaria o aspettativa e, inoltre, pochi giorni di prolungamento della malattia possono far passare da una fascia più remunerata ad un’altra che lo è meno o addirittura possono portare alla perdita del diritto alla sua percezione.
Per questi motivi, a tutela del personale, il SIAM ha scritto allo SMA per chiedere l'applicazione corretta della norma.
