Brunetta sospende Smart working da ottobre: il SIAM invece propone di continuare. Ecco perché
Il Ministro Brunetta dichiara finito lo smart working per la pubblica amministrazione e lancia il nuovo contratto sul lavoro agile per la PA. Il SIAM attende tuttavia che il Ministro della Difesa interrompa il suo preoccupante silenzio sulla tematica in questione.
Cosa resterà di questo innovativo istituto nelle forze armate dopo il lancio del "Nuovo contratto per lo Smart working nella PA" da parte del Ministro Brunetta?
Il SIAM esprime perplessità e preoccupazione per le generiche dichiarazioni del Ministro della funzione pubblica e per l'assordante silenzio del Ministro della Difesa.
Il responsabile del Dicastero della funzione pubblica, Renato Brunetta, ha dichiarato che dal prossimo 15 ottobre nel pubblico impiego non esisterà più lo smart working così come lo abbiamo conosciuto finora.
Una dichiarazione che desta stupore e apre nuovi e incerti scenari.
L'avvento dello smart working nelle forze armate è un tema molto dibattuto nel mondo militare. Nato inizialmente senza un progetto concreto, ma solo per tenere lontani i lavoratori dalle basi militari per fare fronte alla pandemia, col tempo questa formula si è dimostrata utile e ben funzionante per determinate categorie di lavori. Come è ovvio che sia, non tutti i lavori che un militare svolge in presenza possono essere eseguiti anche da casa; abbiamo visto, però, che esiste una molteplicità di casi dove invece questo non solo è stato possibile ma ha funzionato in termini di resa produttiva nonché di conciliazione tra le esigenze lavorative e familiari.
E mentre l'Agenzia per la rappresentanza negoziale per le pubbliche amministrazioni incontra ed espone ai sindacati del solo mondo del lavoro civile il nuovo progetto, sul fronte Ministero Difesa registriamo il più totale silenzio.
Infatti, il Ministro Guerini, ad oggi, non ha ancora convocato le rappresentanze sindacali militari sul tema e nulla ha dichiarato sulle novità che il Governo vorrebbe introdurre con il contratto sullo smart working nel mondo militare.
Dal nostro punto di vista è necessario avviare un progetto ed investimenti mirati per avere uno smart working efficace e funzionale nelle forze armate, creando una rete di servizi e di sistemi per permettere al personale di continuare a svolgere determinati compiti lavorativi anche da casa.
Come sappiamo, esistono determinate categorie di personale che non svolgono compiti prettamente operativi o manuali bensì di semplice amministrazione di procedure e sistemi che, in alcuni sporadici casi, grazie anche agli applicativi messi a disposizione dalla stessa amministrazione, hanno potuto lavorare da casa dimostrando una tutt'altro che trascurabile produttività.
Si deve fare di più!
Il SIAM crede fermamente che uno smart working più organico, sistemico e organizzato per obiettivi possa portare molteplici vantaggi sia al lavoratore che alla stessa amministrazione. Servono studi di fattibilità, strumenti di controllo incentrati sugli obiettivi, macchine e sistemi informatici idonei, norme sulla sicurezza sul lavoro e nuove regole sulla gestione del personale.
Dall'esperienza appena passata si è potuto constatare una riduzione drastica del pendolarismo, con ovvie ricadute positive sia in termini di afflusso nelle città sedi di sedimi militari che in termini economici diretti per i militari.
Risparmi su benzina, autostrade, treni, usura mezzi, rischio incidenti stradali, stress e quindi salute sono solo alcuni esempi dei vantaggi per il personale.
Gli studi e le analisi svolte sul tema del lavoro agile in questo lungo periodo di pandemia hanno dimostrato che tornare al lavoro in presenza per tutti è antieconomico anche per la stessa amministrazione. Basti guardare ai tanti esempi di grandi aziende italiane che già da prima della pandemia utilizzavano ordinariamente l'istituto dello smart working.
Risparmi in tema di orario straordinario, mense di servizio, alloggi, utenze sono solo la punta dell'iceberg dei vantaggi per l'amministrazione pubblica dati dallo smart working.
Dopo ciò che abbiamo vissuto, tornare a concepire il lavoro esclusivamente in presenza secondo i vecchi canoni anziché per obiettivi, puntando ad una maggiore produttività, ad un ambiente di lavoro più rilassante e motivante, rischia di far fare pericolosi passi indietro alle forze armate, che per un momento hanno assaporato un po' di modernità.
Per non parlare poi di quelle particolari categorie di personale considerate "sensibili" per ragioni di salute proprie o familiari che trarrebbero indubbi benefici da un nuovo rilancio di questo istituto.
Non vorremmo che i Ministri Brunetta e Guerini tagliassero fuori da questo progetto le forze armate. Ciò rappresenterebbe di certo un'occasione persa e un errore clamoroso per l'ordinamento militare.
Il SIAM si fa promotore di uno smart working intelligente, efficace, produttivo che guarda alla sicurezza e al corretto impiego delle nostre risorse umane, vero pilastro portante della Difesa italiana.
Abbiamo bisogno di modernità.
Chiediamo, pertanto, al Ministro Guerini di fornire immediate rassicurazioni in tal senso, chiarendo che anche le forze armate faranno parte di questo grande progetto di cambiamento.
Noi ci siamo!